TUSCIARUGBY: Presidente buongiorno, oggi è il suo compleanno. Auguri. Le va di fare due chiacchiere con noi e tirare qualche somma? Faccia finta di pensare a voce alta.
Marco D’Ottavio: buongiorno a voi, grazie. Chi mi conosce sa che non sono avvezzo a rivangare il passato, ma il mio ruolo istituzionale all’interno della Società mi impone di fare anche questo e quindi lo faccio con piacere, stavolta.
T: Presidente come è iniziata la sua passione per il rugby?
MD’O: la mia conoscenza del rugby risale ai primi anni 70 quando con mio padre aspettavamo il servizio della “Domenica Sportiva” per poter vedere un nostro parente che giocava con la allora prestigiosa squadra delle Fiamme Oro.
T: non ho capito scusi, quindi seguiva il calcio?
MD’O: allora il rugby era uno sport che “tirava” e la nazionale aveva risultati discreti. Così il campionato maggiore aveva sempre un posto nei programmi sportivi.
T: poi cosa accadde?
MD’O: successivamente, nel 1976, grazie al mio Prof. di educazione fisica, Ronaldo Ricci, che giocava a rugby, mi avvicinai di più a questo sport e cominciai nelle giovanili del Rugby Viterbo.
T: e come era da rugbista in erba?
MD’O: non ero affatto riflessivo come oggi, tutt’altro. Ma erano anche tempi diversi, il rugby era diverso, più “maschio”, più manesco, ci si faceva davvero male in campo ma io sono sempre stato rispettoso delle regole di gioco, dell’avversario e dell’arbitro. Questi sono principi inderogabili, non negoziabili, che pretendo che abbiamo anche i miei giocatori, perché sono principi che travalicano il rugby e sono utili anche nella vita di tutti i giorni, fuori dal campo.
T: fino a quando giocò?
MD’O: rimasi nel rugby giocato fino al 1984 quando per motivi lavorativi dovetti a malincuore cessare l’attività agonistica. Sono rimasto comunque nell’ambiente e, seppure non abbia mai avuto incarichi di rilievo all’interno del Rugby Viterbo, mi sono sempre dato da fare per la crescita del movimento rugbistico viterbese.
T: e poi arriva il 2014.
MD’O: sì esatto, poi arriva il 2014, un anno fondamentale per la mia vita, una pietra miliare, e cambia tutto.
T: che accadde in quell’anno?
MD’O: mio fratello Fabrizio mi propose di dar vita ad una nuova squadra di rugby a Viterbo. Il movimento era in espansione e non c’era posto per tutti, i tempi erano maturi per dare la possibilità a più persone di praticare questo sport meraviglioso. Il tutto visto da un’altra angolazione che non fosse solo quella della competizione, della scalata delle classifiche, che per carità è fondamentale non fraintendetemi, ma che fosse anche quella dello stare insieme. Per me il TUSCIARUGBY è la mia famiglia allargata.
T: quanti eravate all’atto della fondazione della Società?
MD’O: ottima domanda, grazie per avermela fatta. Avrei commesso una gaffe imperdonabile. Oltre a me e a mio fratello, c’erano altri due sognatori come noi, altri due ex compagni di squadra, che avevano la nostra stessa visione. Giancarlo Guerra, che poi è stato il primo Presidente della società, e Marco Calevi. Due anni dopo, nel 2016, si è aggiunto a noi Marco Tontini che attualmente è il manager della Seniores.
T: fu un inizio difficile, non c’era un campo, non c’era un allenatore, non c’erano giocatori.
MD’O: sì esatto, se ci ripenso mi viene la pelle d’oca e non riesco a capacitarmi di come abbiamo potuto arrivare a questo punto. Sono incredulo ma anche tanto orgoglioso per quello che abbiamo fatto tutti quanti in questi anni. Stiamo crescendo ancora e il merito è di tutti, non solo mio.
T: quali sono i rapporti con le altre squadre della provincia?
MD’O: improntati alla più assoluta cordialità, io ho molto rispetto e stima per il Presidente Pepponi e per il Presidente Angeletti. Per quanto riguarda più nel dettaglio la città di Viterbo, io ho sempre detto, e lo ribadisco, che noi non siamo nati per fare concorrenza a qualcuno ma per dare la possibilità di giocare a rugby ad un pubblico più vasto fatto anche di neofiti appassionanti che iniziano a giocare a rugby a trent’anni.
T: qual è la situazione odierna della squadra?
MD’O: l’anno scorso abbiamo superato i cinquanta tesserati per la Seniores. La squadra è cresciuta molto, abbiamo elementi che hanno acquisito molta sicurezza e l’attaccamento alla squadra è sempre più forte. La collaborazione con l‘Unione Orvietana Rugby, inoltre, ci ha permesso di avere molte soddisfazioni in campionato; da Orvieto sono giunti giocatori capaci, dotati di grande tecnica e forza. Per l’anno prossimo attendiamo con trepidazione le comunicazioni del Comitato Regionale sullo svolgimento del campionato di C2, ma noi ripartiremo comunque anche se non si svolgerà il campionato. Chiaramente io auspico il ripetersi della fruttuosa collaborazione con l’Orvietana e approfitto per ringraziare pubblicamente il Presidente Foscoli e il loro punto di contatto Marco Fazi, che è anche un terza linea di prim’ordine.
T: e del minirugby cosa ci dice?
MD’O: mi emoziono quando parlo dei nostri bambini. Credetemi se vi dico che sono stanchissimo, perché il mio lavoro mi assorbe molto tempo ed energia, ma trovo sempre il tempo per seguire i nostri “riccetti” (il riccio è l’emblema del Tusciarugby – n.d.r.). Ad agosto dello scorso anno abbiamo iniziato la stagione 2019-2020 con numeri risicatissimi ma a marzo, poco prima della chiusura causa COVID-19, avevamo quasi 60 ragazzini dalla U6 alla U12, impegnati nei loro campionati che giocavano divertendosi e portando a casa molte soddisfazioni. Tutto ciò non sarebbe mai potuto accadere senza l’aiuto prezioso dei genitori dei nostri ragazzini, in particolare del “quartetto delle meraviglie” composto da Marco Maiolino, Francesca Sensi, Alessandro Carletti e Michela Ferri che hanno preso le redini del settore minirugby-giovanili, facendolo crescere oltre ogni mia più rosea aspettativa, e ai quali va la mia più profonda gratitudine. Ma mi sto emozionando troppo, dico davvero, cambiamo argomento.
T: allora non ci resta che parlare del futuro.
MD’O: come dicevo noi ripartiremo a metà settembre, indipendentemente dal fatto che si svolgeranno o meno i campionati. Ci dedicheremo ad altre attività come il mantenimento dell’efficienza fisica e la ristrutturazione dei nostri impianti, il tutto seguendo le norme anti-COVID. È importate non perdersi, fare squadra per l’appunto, mai come ora il detto “chi si ferma è perduto” è valido; se ci fermiamo il Tusciarurgby muore. In questa ottica noi faremo “moral suasion” sul Comitato Regionale per autorizzare, perlomeno, partite amichevoli senza pubblico in assenza di un campionato ufficiale.
T: Presidente, grazie per l’intervista. Le facciamo i nostri migliori auguri per i sui 60 anni.
MD’O: grazie a voi per gli auguri e per avermi dato la possibilità di “pensare a voce alta”. Vi abbraccio tutti, sono orgoglioso e fiero di ciascuno di voi. Grazie
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